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La Daunia

LA DAUNIA

La Daunia è il territorio corrispondente all’attuale provincia di Foggia, ma anticamente giungeva fino al Molise.

I primi Dauni si stanziarono sul promontorio garganico, dove l’insediamento umano esisteva fin dal paleolitico, e successivamente nella pianura e in altre zone.

Questo gruppo era guidato era guidato dal leggendario Dauno, figlio di Licaone e fratello di Enotrio, Peucezio e Japige, che conquistò il territorio compreso tra il fiume molisano Biferno, a nord, e l’Ofanto, a sud. Con l’aiuto dei Cretesi tentò la conquista di nuove terre nel sud della regione e fondò importanti città.

SAN SEVERO

Secondo la leggenda, la città di San Severo fu fondata dall’eroe greco Diomede, alleato dei Dauni nella guerra ai Messapi, col nome di Castrum Drionis (Casteldrione). In onore della sposa Drionia, Diomede avrebbe edificato due templi, uno dedicato a Calcante, l’altro a Podalirio. Casteldrione, ad ogni modo, sarebbe rimasta pagana fino al 536, quando san Lorenzo Maiorano, Vescovo di Siponto celebre per le prodigiose apparizioni dell’Arcangelo Michele nel Sacro Speco del Gargano, avrebbe imposto all’abitato il nome di un fantomatico governatore Severo, da lui convertito al cristianesimo.

San Severo sorge nell’antica Daunia, e nell’agro della città sono state rinvenute tracce di vari insediamenti neolitici. In età medievale l’area non risulta interessata da insediamenti stabili e definibili. Tra l’età longobarda e quella bizantina s’irradiò dal monastero di Cassino il monachesimo benedettino, e con esso il culto del Santo Apostolo del Norico Severino, abate del V secolo, precursore di San Benedetto. Sul probabile itinerario della Via Sacra Langobardorum sorse dunque una primitiva chiesetta dedicata a San Severino, presso cui si formò intorno all’anno mille, grazie al continuo afflusso di pellegrini diretti al Sacro Speco di Monte Sant’Angelo e agli spostamenti di uomini e merci, l’odierna città, originariamente chiamata Castellum Sancti Severini. L’agglomerato, sviluppatosi rapidamente grazie alla posizione favorevole ai commerci, assunse ben presto una notevole importanza, e fu sede di mercanti veneti, fiorentini, saraceni ed ebrei. Dapprima soggetta agli abati benedettini del monastero di San Pietro di Terra Maggiore (e nel 1116 l’abate Adenulfo vi dettò la famosa Charta Libertatis), nel 1230 si ribellò all’imperatore Federico II che, dopo averla punita con l’abbattimento delle mura, la cedette ai Templari. Fu poi dichiarata città regia, ed ospitò diversi monarchi, tra cui Giovanna I e Ferrante d’Aragona.

COSA VISITARE

Nel ricco ed esteso borgo antico, dalla struttura ancora caratteristicamente medievale, meritano una visita: la Cattedrale di Santa Maria Assunta; l’antica Matrice di San Severino, dedicata al santo patrono, con esterni romanici e lo slanciato campanile con guglia piramidale; la chiesa di San Nicola, dallo sfarzoso interno rococò e con monumentale organo a canne di Innocenzo Gallo; la chiesa di San Giovanni Battista, con numerosi dipinti di scuola napoletana; la chiesa di San Lorenzo delle monache benedettine; la chiesa della Pietà, in cui troneggia la grande macchina d’altare di Gennaro Sanmartino; la vicina chiesa del Carmine, sormontata da elegante cupola maiolicata; la chiesa di San Francesco, con annesso monastero dei frati minori conventuali, oggi sede del Museo Civico e della Biblioteca “Minuziano”; la centralissima chiesa della Trinità, parte integrante del monastero celestino; l’elegantechiesa di Santa Maria di Costantinopoli, dei padri cappuccini; la piccola chiesa di Santa Lucia, dal delizioso interno rococò; il santuario della Madonna del Soccorso, con bella facciata settecentesca,che custodisce la statua della veneratissima patrona bruna, in onore della quale e dei santi protettori Severino e Severo si svolge in maggio una incomparabile festa, dalle forti suggestioni, con sfarzosa processione caratterizzata da numerose statue di Santi e dall’inebriante incendio di rumorose “batterie” pirotecniche, un vero e proprio unicum nel panorama dello spettacolare effimero barocco, documentate a San Severo dagli inizi del XVIII secolo.

Altre chiese storiche sono quella di San Sebastiano fuori le mura (detta anche del Rosario o della Libera), con statue e dipinti, di santa Maria delle Grazie, tempio tardo-barocco a tre navate, di Sant’Antonio abate, con altare maggiore napoletano, di San Matteo (o di San Bernardino), unico resto del grandioso complesso monastico dei padri zoccolanti, e di Croce Santa, che nella cripta conserva una bella Pietà lapidea del primo Rinascimento.

Si consiglia una visita anche al ricco Museo Diocesano (sito nei sotterranei del secentesco Palazzo del Seminario), al Teatro Verdi, all’ottocentesca Villa Comunale e alle caratteristiche cantine ed enoteche, alcune delle quali vere e proprie cattedrali ipogee.